Tornano i corni di Saviore

Cari amici, riprendiamo da dove eravamo rimasti, ovvero dai corni pastorali.

Saviore sta riscoprendo la costruzione dei corni in legno. Da sempre, infatti, a Saviore i corni in osso sono parte della nostra cultura, ma a fianco di questa tradizionale produzione, stiamo sperimentando la costruzione di corni in legno. Il prof. Mocchi Govanni, etnomusicologo di fama internazionale, anche quest’anno ci ha invitati al festival del pastoralismo a Bergamo, vedi locandina allegata.

Sabato 7 novembre alle ore 15.00 presso la porta di S.Agostino a Bergamo alta, Saviore si presenterà con i corni, le erbe officinali e la storia del “bait de le done”.

Ritengo che questa sia una vetrina molto importante per un paese come Saviore, ricco di cultura ma povero di quelle risorse economiche necessarie per farsi conoscere. Pensate che la partecipazione alla passata edizione del festival, ci ha portato ad avere un servizio di ben 8 pagine sulla rivista Orobie, nel numero di settembre dell’anno prossimo. Quindi anche questa volta mi sento di invitarvi tutti a partecipare, inoltre Bergamo alta è uno dei borghi più belli d’Italia, facilmente raggiungibile e molto caratteristico. Buon festival a tutti e a presto per ulteriori aggiornamenti.

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Festival

Il Corno delle Alpi, Saviore protagonista

Salve a tutti, vi allego il programma di un’interessante manifestazione che si svolgerà domenica 14 a Berzo Inferiore. Come vedete Saviore è tra i protagonisti, per saperne di più vi invito a visitare il seguente link Fiera della sostenibilità alpina

Per chi volesse c’è anche un video del giornalista Lino Febbrari trasmesso dall’emittente Teleboario e lo trovate qui Video Teleboario

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liberi di volare

Cari amici della natura, siete invitati domenica 10 maggio a Saviore dove dalle ore 10, con un’introduzione alla scoperta del patrimonio naturale e un’escursione alla conoscenza delle erbe e piante officinali (pranzo al sacco), inizierà una giornata organizzata dalle associazioni. L’iniziativa è di: “Uomo, Territorio, Pro Natura”, l’associazione che sotto la responsabilità di Alessia Chiappini gestisce il Centro faunistico Adamello nel comune di Paspardo. Il Centro in collaborazione con il Parco dell’Adamello svolge da alcuni anni un’importante attività di cura degli animali selvatici feriti al fine di permetterne la reintroduzione in natura. Al ritorno dall’escursione della mattina verso le ore 14,30, partendo dal sagrato della chiesa di San Giovanni, inizierà una visita all’abitato storico di Saviore che comprenderà il “Vecchio mulino” e il museo etnografico. Al termine, verso le ore 16,30 presentazione, a cura dei “Diavoli di Val Salarno” di immagini spettacolari delle nostre montagne e assaggi di prodotti locali a cura di Pamela Tosa per la “Fabbrica del gusto” di Valle di Saviore e di Francesca Chiappini per l’“Azienda agricola Pagaòla” di Ponte di Saviore. Infine, verso sera, per rispettare i tempi biologici degli animali, dal Dosso Merlino verranno rilasciati due splendidi allocchi, salvati e curati dal Centro faunistico. Liberi di volare, liberi di rappresentare il primo sogno dell’uomo dal luogo più antico ed affascinante della nostra valle, dove dal solstizio d’inverno staziona il Tipì dei lakota, che avremmo dovuto smontare all’equinozio di primavera, ma che è diventato permanente per volontà dei cittadini di Saviore. Per partecipare è necessario iscriversi versando un contributo di euro 5 a Alessia Chiappini- Uomo, Territorio, Pro Natura- Tel. 392.92.76.538. Indirizzo email a.chiappini@uomoterritoriopronatura.it
Italo per il comitato direttivo.
 www.amicidellanaturasaviore.org e il blog: Cronache savioresi
Questa email viene inviata a 470 indirizzi di posta elettronica

I corni, sfacciatamente, risuoneranno…

Ciao a tutti, come ogni venerdì santo, dopo la messa, i corni e le voci torneranno a risuonare prepotenti e sfacciati come sempre.

Se l’anno scorso ci fu un convegno con illustri studiosi a raccontarci il loro punto di vista, quest’anno la novità è rappresentata dalla scelta di rendere protagonisti i più giovani. Giovedì santo due gruppi di bambini si disporranno nei luoghi tipici di questo antico rito, ovvero uno nella parte alta del paese ed uno dietro la chiesa parrocchiale. Da qui daranno fiato ai corni. Sarà compito loro custodirli fino alla sera successiva, quando li consegneranno agli adulti per celebrare il rito di “Maridà le Püte”.

Un caldo vin brûlè allieterà la vostra attesa. Vi aspettiamo alle ore 20.30 circa sul sagrato della chiesa parrocchiale di Saviore.

Marida le pute Volantino 2015

Clicca qui sotto per scaricare il volantino in pdf

Marida le pute 2015

Il venerdì Santo

Cari amici, venerdì 3 aprile, venerdì santo, nel primo pomeriggio andremo a seminare la quinoa nel campo delle sorelle maffeis a Pozzuolo (Cevo). Dopo la semina dell’equinozio al Molinello (Cevo), continuiamo a fecondare la “Pachamama” con l’alimento originario del lago Titicaca che da cinquemila anni nutre le popolazioni andine. “Il venerdì la luna non comanda”, dicono le montanare, figurarsi il venerdì santo! 

E’ difficile capire queste visioni: appartengono ad un mondo antico e lontano che si esprime con una semplicità disarmante come volesse rendersi inafferrabile. Non c’è solo l’inquinamento che insulta la Terra e la vita, c’è anche quello che spegne la curiosità, l’intelligenza dell’uomo e la sua capacità di mettersi in relazione con ciò che gli appare misterioso. Come fa ormai da tempo immemore, la comunità di Saviore la sera del venerdì santo, dopo le ore 20, ripeterà la cerimonia del “Maridà le Pùte” (maritare le nubili), dando fiato ai corni e vigore alle voci che, da un punto all’altro del paese, sveleranno amori e tresche, fantasie e verità nascoste. 

Vi rivolgiamo l’invito a partecipare: la vostra presenza sarà sostegno e incoraggiamento ai savioresi, così come buona e nuova energia per le vostre vite.

Italo e Marinella.

La rinascita

Cari amici, “oggi a Molinello pensavo alla RINASCITA. La natura risvegliandosi mi contamina. Spalanca con il suo entusiasmo la porta della gioia e del sorriso. E’ bellissimo. Ho potato i lamponi, l’uva, rassodato un pezzo di terreno per le patate, la segale aspetta la pioggia di marzo. Viva la primavera, viva l’equinozio”. 

Così ci scrive l’amico Lorenzo, il druido-celtico del Molinello e non potremmo scrivere di più e di meglio per invitarvi alla festa dell’equinozio di primavera. Il programma prevede: sabato 21 marzo, al Molinello di Cevo, alle ore 9,30 eclissi parziale di sole. Nel primo pomeriggio semina della quinoa, merenda frugale (ognuno porta qualcosa) e passeggiata sul sentiero etrusco-celtico fino alla sorgente dell’”Aiva Forta” dove verranno portati germogli, un cesto di uova rosse e si suoneranno i corni. Domenica mattina alle ore 10,30, al Dosso Merlino di Saviore smontaggio del TIPI’, suoni dei corni, canti lakota e, dopo pranzo, visita alla Riserva di Foppe di Nadro per la discesa del sole dietro la Concarena.

 Vi salutiamo con MITAKUYE OYASIN-SARWAM SARWAT MACAM, è l’unione di un mantra lakota e di un mantra hymalaiano, hanno lo stesso significato: “Sono con tutte le mie relazioni, siamo tutti lo stesso popolo, non siamo solo individui, siamo persone”.

Bigioli Italo

Lettera aperta alla redazione del mensile “Graffiti”

Salve a tutti.
Ultimamente a causa di impegni personali non ho potuto scrivere sul blog come avrei voluto. Oggi voglio riprendere e lo faccio con una lettere scritta dal mio amico Italo Bigioli al mensile “Graffiti”. Speranzoso di stuzzicare il vostro interesse, sarei molto contento se qualcuno di voi contribuisse alla riflessione che Italo ci propone. Buona lettura a presto.

Egregio Direttore, scrivo al suo giornale nella speranza di riuscire a suscitare un dibattito sulla questione del destino del promontorio dell’Androla, nel comune di Cevo. Tra due mesi ricorrerà il primo anniversario del crollo della croce storta e della tragica morte di un giovane disabile; l’area è ancora sotto sequestro, il processo a carico dei presunti responsabili non pare imminente ed in paese, come in tutta la Valsaviore, si rincorrono le vociferazioni più diverse. Più di quindici anni fa la nostra associazione, assieme ad un gruppo di cittadini di Cevo, espresse la sua chiara contrarietà alla posa della croce del Job e, soprattutto, al progetto di cementificazione dell’area. Non era secondaria, nella nostra visione, la critica alla decisione di rendere permanente un’opera dal carattere provvisorio ed ispirata, a detta dello stesso Enrico Job, ad un quadro di Velasquez. La sua forma ricurva, infatti, è del tutto estranea all’iconografia tradizionalmente verticale delle croci destinate al culto. “E’ un segno, è un segno”, ripeteva il vescovo di Brescia, nella visita che fece sotto la croce poche ore dopo la tragedia. Ero presente e posso testimoniare il dolore e la costernazione del presule e del parroco di Cevo che lo accompagnava. Un capitolo importante è rappresentato anche dai costi ingenti sostenuti dagli enti pubblici nella speranza di una ricaduta “turistica” dell’operazione. Oggi, in un quadro complessivamente abbastanza desolante, è necessaria una riflessione che a questo punto deve coinvolgere le realtà vive di tutta la Valcamonica. Perché non cercare di attingere alla storia della nostra valle ed in modo particolare al suo patrimonio culturale dal valore universale rappresentato dal primo titolo per l’Italia della Lista dell’UNESCO? Non ci dicono niente quattrocentomila incisioni rupestri classificate rappresentanti, lungo un arco temporale di diecimila anni, la tensione spirituale e intellettuale di gruppi umani alla ricerca delle ragioni della vita e della morte, della verità e del mistero? Non è forse ora che la preziosa eredità contenuta dalla media valle, quella racchiusa tra il Pizzo Badile Camuno e la Concarena, dispieghi le sue potenzialità e venga valorizzata come in tutto il mondo si fa con ciò che di più prezioso si possiede? Ed infine cosa c’è di più prezioso per l’umanità di ciò che rappresenta l’inizio, l’origine delle cose? Dal promontorio dell’Androla si domina tutto il “Santuario Camuno del Cervo”, sembra che il disegno misterioso della natura l’abbia messo lì apposta per sollecitare la concentrazione, la meditazione, la preghiera. Se è così possiamo immaginarlo come luogo nel quale tutte le sensibilità trovino il modo di esprimersi. Non siamo alla ricerca del senso e del significato della vita come i nostri antenati? Perché non possiamo farlo facendo di questa tensione morale, intellettuale, spirituale, religiosa un elemento di reciproca comprensione in un luogo antico ed a questo destinato per millenni? Non è urgente oggi contrastare i venti di guerra che soffiano portando a pretesto civiltà, culture e religioni, con la creazione di spazi di espressione e libertà? Molte domande si affollano e le risposte non possono certo venire dalla sola buona volontà, c’è un bisogno urgente di riflessione, ricerca, studio e coinvolgimento ampio e senza discriminazioni. Chiudo con un’ennesima domanda, e se il segno che turbava il vescovo di Brescia fosse la sfida che il mondo antico rappresenta per l’uomo contemporaneo e che Pierpaolo Pasolini definiva: “La scandalosa forza rivoluzionaria del passato?”.
Grazie per l’attenzione.

Italo Bigioli per gli amici della natura di Saviore dell’Adamello.

Quinoa, la vastità del mondo

E’ grande l’amore di PACHAMAMA (Madre Terra nella definizione andina) per i suoi figli, ma è inutile cercarlo se non si ha l’umiltà di riconoscerne i segni nelle cose che ci appaiono piccole. La quinoa (Chenopodium quinoa) è tra questi. Coltivata da più di cinquemila anni nella terre dell’impero INCA, si presenta in piccoli semi colorati con tutti i toni dei raggi solari. Secondo gli agronomi della FAO è il vegetale che può sfamare l’umanità nel rispetto degli equilibri ecologici e degli ecosistemi. Estremamente rustica la quinoa non è un cereale ed è parente degli spinaci, pianta annuale, nei primi mesi dalla semina si  presenta come una pianta invasiva che i montanari conoscono bene e che a Saviore chiamano “farinèi” per sviluppare poi una “spiga” colorata. Frutto della selezione praticata sulla Ande da infinite generazioni di sapienti montanari è un vero e proprio miracolo vegetale, contiene tutti gli aminoacidi indispensabili alla vita umana (arginina, fenilanina, istidina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, triptofano, treonina, valina), ha le stesse proprietà nutritive della carne, del pesce, del formaggio, del latte di origine animale e del latte materno, oltre ad avere un altissimo contenuto in fibre ed un bilanciamento perfetto tre carboidrati, lipidi e proteine. Priva di glutine, contiene quattro volte più calcio del mais,  magnesio più che in tutti i cereali, zinco, amidi, zuccheri, oltre agli acidi omega 9, omega 6 e omega 3. Abbracciando gli amici peruviani che ce l’hanno portata a Saviore, colpiti dalla loro gentilezza e semplicità, abbiamo sentito la nostra mente richiamarci alle sofferenze di questi popoli conquistati e sterminati cinque secoli fa all’inizio di quella che definiamo “Età moderna”. Il lavoro e l’intelligenza dei loro antenati hanno sfamato il mondo e l’Europa è stata letteralmente salvata dalla patata. Un sentimento di riconoscenza che cercheremo di trasmettere nel lavoro che inizieremo la prossima primavera coltivando la quinoa nella nostra valle. Italo

La notte della “pisaege”

La podistica Valle Adamè con la collaborazione del gruppo Alpini e Protezione civile di Valle organizzano la classica Pisaege .
Una lettera del maestro Santo Paini, può aiutare a capire qualcosa di più riguardo questo antico rito.

Il significato, sia del nome che della tradizionale sfilata con i campanacci è andato perso. Pare che nessuno, nemmeno i più anziani del paese, ricordi di aver sentito dagli antenati il perché di questo nome e il perché la sera di ogni 5 gennaio la gente prenda i campanacci e scenda in strada.
Una cosa è sicura: molti popoli nel mondo hanno sempre ritenuto, e molti ancora continuano a ritenerlo, che i giorni a cavallo tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio abbiano qualcosa di particolare, di importante, qualcosa di sacro. Tutti sappiamo quanta importanza ha sempre avuto il sole, la luce, il calore, l’energia del sole per tutte le creature, dal suolo, alle piante, agli animali, all’uomo . Alla fine di dicembre gli uomini di ogni terra hanno capito che il sole finiva la sua lenta discesa nell’arco del cielo e riprendeva a risalire: era la fine della paura del freddo, della luce scarsa, della terra gelata che non produceva, delle creature che perdevano la voglia di incontrarsi .
Il ritorno del sole restituisce la speranza, la vita riprende, torna nuova energia, fresco entusiasmo. E allora è festa, sono canti e balli, è un correre di qua e di là a risvegliare quello che sembrava quietarsi per sempre.
Sarà questo il significato del nostro bisogno di uscire all’aperto la sera del 5 gennaio, scendere in strada con campanacci e col “casino” scacciare le paure, tenere lontano i fantasmi e tenere libera la mente per nuove speranze, nuova luce. Sarà per questo che questa tradizione appartiene più ai bambini che agli adulti.
I bambini sono primi per sensibilità e superiori per energie nell’intuire le cose belle, nel saper godere di tutto quello che comincia di nuovo e di bello.
E allora la facciamo una cosa?
La sera delle pisaegie mettiamo i bambini all’inizio del corteo, davanti a tutti ad aprire la pista al nuovo anno?
Sarà una notte di plenilunio, una luce commossa li guiderà e un cielo curvo sulla valle benedirà loro e perdonerà noi adulti.

SANTO PAINI

Cogliamo l’occasione per ringraziare tutte le contrade che generosamente contribuiscono alla riuscita della nostra manifestazione.

MAGHI’ DE CORSA

La Foresta Nera a Saviore

Stasera venerdì 2 gennaio, alle ore 20.30, nella sala consiliare del comune di Saviore si terrà un incontro pubblico in cui verrà illustrato il viaggio nella Foresta Nera in Germania, organizzato dall’associazione Amici della Natura. Parole e immagini per riflettere insieme sull’idea di un gemellaggio tra comuni e aree naturali di grande pregio. L’invito è esteso, oltre che ai cittadini di Saviore, anche ai villeggianti e a tutti gli interessati.

La N’crusera

Ai piedi del Dosso Merlino, dalle ore 18 del 31 dicembre, si riprenderà l’antico rito della N’crusera. Non essendo possibile ripetere il rito tradizionale esattamente come lo conosciamo, proponiamo di farlo evolvere perché non muoia, ovvero ricreando l’ammasso di materiali sul sagrato della chiesa portando ognuno qualcosa di proprio. Ovviamente chi porta qualcosa è pregato di venire a riprenderselo il giorno 1 gennaio.
Sempre sul sagrato della chiesa, in concomitanza con il rito, vi sarà la rappresentazione teatrale a cura del “Teatro delle Erbe” basata sulla leggenda: “Ma il vento mi vendicherà”
Buon anno a tutti

Agricoltura biologica e Bio Distretto

Vi giro la mail ricevuta dal consigliere con delega all’agricoltura Giuseppe Maffessoli.

VENERDI’ 28 NOVEMBRE 2014 ALLE ORE 18.30 SI TERRA’ PRESSO LA SALA CONSILARE DEL COMUNE DI SAVIORE DELL’ADAMELLO IL CONSIGLIO COMUNALE.

IN TALE OCCASIONE TRA I VARI PUNTI, IL COMUNE DELIBERERA’ L’ADESIONE ALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’AGRICOLTURA BIOLOGICA ED AL BIO DISTRETTO DI VALLE CAMONICA.

Ovviamente l’invito a partecipare è rivolto a tutti i cittadini.

Un compagno di viaggio speciale

Penso che un viaggio, così come tante altre cose, inizia quando lo stai ancora sognando. La meta è ancora lontanissima ma la mente vola sulle ali della fantasia, di certo la prima cosa che facciamo come esseri umani è pensare con chi condividere il sogno, così pensiamo ad amici, parenti, persone care con cui vorremmo assaporare i piaceri del viaggio, le cose che vedremo, le persone che incontreremo ecc. Per me una di queste persone è il Geshe Lha Lobsang Tenkiong, monaco tibetano, originario della regione del Kham (Tibet orientale), che a causa dell’occupazione cinese non può più tornare nel suo paese natale e vive così in Italia.

Laureato presso l’università di Sera Je in India dove ha raggiunto il livello più alto negli studi monastici, in Italia è conosciuto come “Il monaco del fiume”, mentre gli amici indiani d’America lo chiamano “Uomo di una parola” e chi li conosce sa che è il riconoscimento più grande riservato nella loro cultura a persone che spiccano per profondità e autenticità. Quando può viene a Saviore, le nostre montagne gli ricordano quelle del suo paese dice lui, ma anche perché è una colonna portante del “Dialogo spirituale-Un popolo aiuta un altro popolo”, iniziato cinque anni fa dagli Amici della Natura con i Lakota della Riserva di Pine Ridge.

Averlo con noi al viaggio nella Foresta Nera era un sogno e sembrava che tra i mille impegni che ha non riuscisse a venire, invece pochi giorni fa ci ha confermato la sua presenza, una presenza speciale direi io perché potrà offrire il suo notevole contributo all’interno del percorso di gemellaggio tra i due Parchi ed i relativi Comuni. Inoltre sarà l’occasione per molti di conoscerlo, con il suo italiano zoppicante e la serenità dipinta in volto vi trasmetterà da subito un’energia positiva e bella. Insomma un’altro motivo per partecipare al viaggio.

Il viaggio è iniziato

Con grande soddisfazione vi comunichiamo che è stato raggiunto il numero indispensabile di partecipanti al viaggio nella Foresta Nera! Grazie a tutti voi.

L’annuale viaggio in Germania, che gli Amici della Natura di Saviore organizzano da ormai 20 anni, ci vedrà protagonisti di un bellissimo progetto, ovvero il gemellaggio tra il parco dell’Adamello ed il parco nazionale della Foresta Nera. Porteremo con noi una dichiarazione d’intenti che ha ricevuto l’approvazione della Comunità Montana e del parco dell’Adamello, la versione in tedesco è già stata spedita al parco della Foresta Nera e abbiamo potuto riscontrare da subito un grande entusiasmo anche da parte loro. Speriamo che questo possa essere solo il primo passo di una lunga e proficua collaborazione tra i due parchi, ricordiamo che il parco della Foresta Nera è un parco nazionale, dunque le prospettive che si presentano sono di notevole portata.

In allegato trovate sia la dichiarazione d’intenti che la lettera ricevuta dalla Comunità Montana e parco dell’Adamello. Come si può evincere i temi su cui potremo sviluppare il gemellaggio sono molti e tutti rappresentano un punto di forza della nostra comunità, a tal proposito ritengo sia auspicabile anche un gemellaggio tra il comune di Saviore dell’Adamello e quello di Keltern, località composta da cinque frazioni una della quali Dietlingen dove si trova la casa degli Amici della Natura presso cui alloggeremo. Ricordo che l’Unione Europea favorisce questo tipo di accordi tra paesi comunitari in quanto forieri di scambi culturali e commerciali. Speriamo che la nuova amministrazione comunale di Saviore sappia cogliere quest’importante opportunità di instaurare un importante legame con il paese di Keltern che si trova nella regione del Baden-Württemberg, una delle zone economicamente più floride d’Europa. Visto che ci sono ancora 10 posti disponibili colgo l’occasione per rinnovare l’invito ai nostri amministratori e cittadini per venire a scoprire la Foresta Nera e le grandi opportunità che potremmo cogliere intraprendendo un percorso di gemellaggio.

Gli amici di Dietlingen ci aspettano con grande affetto

Parchi per l’Europa lettera d’intenti per il progetto di gemellaggio tra parchi

Lettera Comunita Montana lettera di risposta al progetto